Nel testo si ricorda, infatti, che l’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 aveva definito i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta di sangue ed emocomponenti e aveva, inoltre, individuato le procedure di autorizzazione e di accreditamento per garantire la piena conformità di tali strutture alla normativa nazionale ed europea.
«Richiamo l’attenzione dei Presidenti – si legge nella nota – sulla ormai indifferibile necessità di rendere il nostro Sistema trasfusionale efficace, efficiente, qualificato e conforme ai requisiti previsti, anche ai fini di una completa integrazione nell’Unione europea, ricordando che il mancato rispetto di tale impegno comporterebbe la difformità dei medicinali derivati dal plasma nazionale rispetto alla normativa comunitaria, con gravi ripercussioni anche sull’autosufficienza nazionale e regionale».