I ricercatori hanno valutato gli stili di vita a una distanza dal ricovero in ospedale da 6 mesi a 3 anni. Sotto accusa fumo e obesità, che colpiscono buona parte del campione.
Sei pazienti su 10 vantano un giro vita di “peso” – 88 centimetri nelle donne e 102 negli uomini – e il 38% del campione è obeso. Il tabacco è il vero tallone d’Achille: più della metà dei pazienti, che fumavano prima di entrare in ospedale, non riesce a smettere dopo l’infarto.
Tra le patologie più diffuse: il diabete e l’ipertensione, mentre l’87% del campione prende farmaci anticolesterolo, anche se meno di un quinto dei pazienti trattati raggiunge i livelli ideali di grasso ‘cattivo’ nel sangue.
I ricercatori tracciano un quadro clinico deludente, a cui si associa anche l’incapacità di autoanalisi: 9 pazienti su 10 dichiarano di seguire fedelmente le prescrizioni dei medici. Peccato che i dottori non siano dello stesso avviso e lamentino una cattiva aderenza alle cure.