La Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale d’Italia ha recentemente comunicato ufficialmente l’approvazione del finanziamento del programma di IILA (Istituto Italo-Latino Americano) “Miglioramento della sicurezza e qualità trasfusionale in Bolivia, El Salvador e Guatemala” che vedrà direttamente coinvolta la nostra Associazione insieme a FIODS. Si tratta di un traguardo molto importante, al quale siamo arrivati dopo diversi anni di duro lavoro, durante i quali AVIS e FIODS hanno più volte visitato i tre Paesi Sudamericani con l’obiettivo di individuare le principali criticità e gli ambiti d’intervento che necessitano maggiormente di supporto.
Tra gli obiettivi principali, quello di trasferire il know-how e l’esperienza di tipo associativo e sanitario dall’Italia all’America Latina. Con questo intervento, quindi, si vuole favorire l’introduzione di un modello organizzativo in cui le associazioni di volontariato siano responsabili della promozione, della gestione dei donatori, della chiamata per l’invio al servizio pubblico ed, eventualmente, anche della raccolta di sangue ed emocomponenti.
«Quello che manca quasi completamente in questi tre Paesi – si legge nel documento di presentazione – è la figura del donatore volontario e periodico. Infatti, laddove esiste la donazione volontaria, questa è solamente di carattere occasionale, restando comunque nella maggior parte dei casi donazione per compensazione. In quest’ultimo caso, i donatori vengono chiamati da amici o parenti in caso di necessità di sangue di questi ultimi».
A queste finalità se ne aggiunge un’altra relativa a El Salvador, che già quattro anni fa aveva chiesto al nostro Paese la disponibilità di emoderivati (fattore VIII e IX) per la cura dell’emofilia. Il Paese, infatti, al momento non dispone di quantità sufficienti di questi emoderivati, tali da garantire la cura di tutti i pazienti e, soprattutto, l’attuazione di una politica di profilassi della malattia. Le eccedenze, sul nostro territorio nazionale, dei fattori della coagulazione plasmaderivati possono consentire anche l’attuazione di questa forma di collaborazione che prevedono la cessione gratuita dei farmaci plasmaderivati, resi disponibili dalle Regioni italiane, con la supervisione del Centro Nazionale Sangue.
«Si tratta di una grande sfida – commenta il Presidente di AVIS Nazionale, Vincenzo Saturni – grazie alla quale metteremo a disposizione le nostre competenze per favorire lo sviluppo di un sistema trasfusionale basato sul “modello italiano”, caratterizzato da un ruolo di prim’ordine del volontariato del sangue. Proprio questo è l’aspetto che rende il traguardo così importante: da un lato il riconoscimento, da parte delle istituzioni italiane, della professionalità e delle competenze organizzative e gestionali di AVIS e, dall’altro, l’interesse con cui i Paesi stranieri guardano al nostro sistema.
Medici e dirigenti associativi saranno coinvolti in questa bellissima esperienza, che prevede incontri, lezioni, momenti di progettazione ed elaborazione concreta delle idee. Un grande laboratorio, quindi, che avrà come obiettivo principale quello di favorire la diffusione della donazione volontaria, periodica, non retribuita, anonima, responsabile e associata. Impegno che già si esprime quotidianamente grazie alle oltre 3400 sedi italiane e oltre confine con le nostre 19 sedi presenti in Svizzera e con la nostra attività all’interno della FIODS.